SULLE RIVE DEL TONTO (45)

Con una dimestichezza acquisita inconsapevolmente durante i calabronaggi nelle schive alture quisquinesi Tà senza smettere d’annasare i gialli assordanti delle ginestre fiorite anzitempo pizzica i fili d’una ragnatela tesa fra due ramoscelli vicini e mentre accordi inauditi come per incanto sbocciano sotto i polpastrelli occhiuti si gira verso il bambino tanto somigliante a Francesco da me sognato soffiato insieme ad una nuvola ondeggiante di pappi di cardo addosso a un Tà impaziente di mostrargli la via mai stanca di serpeggiare su una distesa mammelluta di colline perlopiù coperte di sassi e di stoppie sempre pronte a divampare che però ad una certa ora del giorno puntualissima scompare sotto il grigio piatto di un cielo azzurrato in prossimità del bordo ondulato della foto da uno scritto di Qualcuno

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