SUICIDIO AI FIOCCHI di Francesco Gambaro

Mistico risveglio stamattina in campagna. Non potevo non suicidarmi. Distesa per lungo dalla pioggia lagostina, la beata campagna ha emesso i suoi ultimi sfiati. Dai profumi delle foibe e dall’aereo controbalzo delle braci, si è levato un paganpakato invito al sacrifizio: primum al dio di Lucrezio, liberato dalla confusione amministrativa di troppi e troppoestesi poteri; al me stesso fuggitivo per ischerzo e stamani per serio. Quale signor Tarantino, quale pane caldo e fascella di ricotta, quale dare acqua a lattughe serbatoio chefon (gargarozzo), tutti, cioè tutto avrebbe aspettato, cioé non avrebbe più avuto reason di aspettare. Lungo il cammino verso il ceppo, ingoiato un fico rosso, imperlato di pappareale in gocce penappena saline. Direttamente il frutto a km zero dall’albero alla bocca, qui dicono, per non farsi stare le mani, già giunte in preghiera di ringraziamento come da revenant buddha. Incrociate le gambe sul riquadro nerox della scacchiera del mio destino, recitammo (io e i miei compagni di viaggio: Poeti al caffé, di Hermann Kesten, prima edizione illustrata Bompiani 1962 con ditone index incastonato a pagina 401, verificare, ciottolo schizzato del menstruo della lucertola Iside, ultima degli innecessari dominusdomus, la mia fedele Barbie, foglietto del conto delle bollette in scadenza con i compilati contocorrente e relativa somma in centesimi). Recitammo dicevo: fummo nati per sbaglio sed iniuram riparammo. Infine, reintegrato con onore Leone Piccione nell’ultimo articolo modificato del diario perpetuo di Landolfi al Corriere della Sera. Questa volta in via Solferino (a condizione di non fare mai più nomi sui giornali) non lo rifiuteranno. Non potranno, infatti, presto in pluviae formam calerà la neve e affonderà la nave.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

da I GIORNI QUANTI (62)
La caviglia è sempre più tappezzata di macchie, più grosse. A loro volta tappezzate da sottomacchie giallognole su base violacea. È Read more.
LIBRARSI
  Quattro facciate in bianco e nero di carta pastosa, rigorosamente senza fotografie (tranne che in copertina), insolito formato vicino Read more.
PEZZI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO
PEZZI DI MAIL da Francesco ad Alfonso (2007)   Mi torna in mente un tizio si chiamava Arthur Bond che Read more.
ABITUDINE
peggiore la primavera che non rilascia scontrini e non ti fa cambiare d’abito né di pelle no dress code spoglia Read more.
PAGINA BIANCA 27
Egli fa le pulizie 3 (seconda poesia ultraquotidiana: )   lavare lavanderia straccio vetri passamaneria. il vento ci porti tutti Read more.
I Rabbini di Oria e non soltanto (Rabbi Elia)
Di Rabbi Elia che conversava con gli angeli. Accadeva sempre a mezzogiorno, le cicale frinivano ossesse ossessive. Gli angeli venivano Read more.
* * *
Son le giornate d’ozio che mi tengono lontano dal futuro. Per sempre, magari. Ma non riesco più ad epurarle dalla Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 30
Vecchie onde supplicano il mare A ringiovanire placche di sangue Di martiri annegati. Antenne di fate Seducono colonne di templi Read more.
Benjamin Castor
Benjamin Castor (1881 – 1973) fu un logico e matematico inglese che si occupò della questione dei fondamenti della matematica. Read more.