ma si certo

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ma si certo turuzza sta buona
(infrusona cuticchiona)
è proprio di questo che sto parlando
(ando ando oppure andiedi?)
silvana è troppo nica
(dica dica)
non può sapere
(le mezzesere oh le chimere)
che cosa prima c’era a piazzetta delle croci
(noci & froci & voci)
si comincia con un minuscolo cimitero
(nero nero tutto vero)
c’è poi un lavaggiorapido credo un distributore
(kelle ore col fattore col dottore)
poi giovannetto che ci rifà villa deliella
(con tanto di vespasiano sotto la quercia ma è bella)
poi viene la guerra e il grattacielo di giò
(tò-tò ma poi io appunto che ne so)
tu e io intanto d’estate scendiamo ogni mattina
(la palatina la calatina ma niente manfrina)
per via alloro
(concistoro disdoro il vicesindaco parasporo)
prendiamo lo spongato al foro italico da virzì
(zigulì parapà cocò)
non c’è nient’altro da fare
(che entra e che fuoriesce davanti al mare)
perchè facciamo sempre di tutto
(con costrutto al postutto privandoci
persino del prosciutto)
mentre piove sopra i mosaici
(tu dici fradici ma sono arcaici laici)
per noi non c’è più notte
(che ci fotte con giri e doghe di botte
sviluppandoci noi stessi altre lotte)
cara melania
(tra le edere a muro di via catania)

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