(L’OCCHIAIA. 33.)

Di punto in bianco la donna si ferma sotto l’oleandro fiorito, alza gli occhi e sceglie, tra i tanti, un fiorellino rosa. Benché non più giovanissima, si solleva con grazia sulle punte dei piedi, allunga una mano e, ruotandola delicatamente prima verso destra, poi verso sinistra, lo stacca dal ramo. Lo guarda, se lo porta vicinovicino al naso e, mentre lo odora, trotterella con aria nostalgica lungo il marciapiede deserto, assolato, poi tre, quattro… cinque porte più tardi, scompare dentro l’uscio di una casa che non è casa sua…     

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