L’INZIO DEL VIAGGIO

Abito una casa con il tetto di tegole. Tre metri dal mare e un metro dall’asfalto della Statale. Passo giorno e notte sul balcone, seduta su una sedia di legno con un cuscino di lana. Conto le macchine, le seleziono, le impagino e le seguo nei loro viaggi per il mondo. Lo stipendio per questo tipo di lavoro è davvero notevole e non lo ritiro neanche. Le promozioni per il mio zelo si accavallano. L’ultima volta mi è stata chiesta una foto. E’ venuto un fotografo e mi ha ritratta nell’esercizio delle mie funzioni. E’ tornato tante volte: non sa spiegarsi perché la pellicola non mi impressioni. Ogni fotografia mostra un balcone e una sedia. Ormai sono passati anni. Ai fotografi sono subentrati gli scienziati. Il problema, comunque, resta insoluto. E’ un caso mondiale. Io continuo a fare il mio lavoro con zelo.

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