LACRIMAE RERUM 23

Sono l’ospite di una casa di luci

ed ombre dove si aggirano fantasmi

che ansimano come questo vento

che fa sbattere le persiane

e, senza pietà, mi spinge nella stanza

più alta dove si accende il rumore dell’alba,

senza pietà per i gechi

che impazzano accanto alle feritoie

e rido alla tempesta che percuote

le fronde dell’ippocastano laggiù in basso;

perché dovremmo scrivere quando

il vento acceca di onde le speranze

dei vinti? perché riposare nei versi

quando i rami bussano ai vetri

come pene che chiedono di entrare?

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