IL VESTITO BIZANTINO – 28

E’ senza amore il seme alla nascita
Scivolosa lotta egoista
Stramba leccornìa per altre ceneri.
Silvestre bramosia tornare indietro
Dove giacciono le Veneri del ghetto
Con le memorie insite nei mattoni.
Il tufo della casetta proletaria
Trattiene solo muco con fandonie
Di sorprese. A scuola apprese che la
Migliore stanza è il battito del petto
Senza contare i versi a migliaia nascosti
Dietro la lavagna ché non è più tempo
Leggerli per nessuno. Siamo operai dotti
Soltanto di sussurri e battiti di martelli
Per appendere i chiodi di cappotti senza
Tasche con immensi brividi di freddo.

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