DUE PAROLE SUL MEETING AMBIENTALE (7)

Sulle note finali dell’Inno le luci si riaccendono.

MacLoss, sguardo coinvolto e severo, domanda che il ragazzo dei Ghiacci Rossi ferito venga condotto sul palco. “Lo voglio qui, di fronte a me.”

Subito alcuni agenti della sicurezza lo recuperano, trasportandolo con cautela. Il ragazzo geme come un sonar, in frequenze di 3¿·ÿø„ó che si propagano acute nell’aria. La stoffa dei pantaloni è fusa con la carne dell’inguine, da cui si sollevano minuscole volute di fumo bluastro. MacLoss fissa la patta del ragazzo. “Come cerchi d’acqua in uno stagno tu ci getti un sasso e, quando quello colpisce l’acqua, sulla superficie si formano ondeggianti cerchi concentrici. Uno spettacolo che non stanca i sensi. Senti che la mente a poco a poco si svuota e per un istante il mondo appare davvero per com’è: un luogo di connessione e condivisione. Poi l’effetto del sasso svanisce e si ritorna al mondo per come non è. Ragazzo, mi senti?”

“Sì…”, risponde il ragazzo in un fil di voce, “la sento.”

“Come hai detto? Puoi ripetere?”

“Ho detto che…” – un lampo di stupore accende gli occhi del ragazzo – “Ma cos…?!” – cautamente le sue mani si sfiorano la patta – “Io… io lo sento! Lo sento di nuovo.”

“Ora alzati in piedi”, lo esorta MacLoss.

Il ragazzo obbedisce incredulo, sollevandosi sulle proprie gambe – muove timidi passi sul palco. MacLoss esulta: “Miracolo!”

La sala convegni è scossa da un sobbalzo di meraviglia – migliaia di spine dorsali che vibrano come diapason. Irraggiato dai riflettori MacLoss solleva le braccia al cielo, con la tutina verde che sfavilla e il corpo snello allungato in uno slancio di connessione cosmica.

“Riprendete tutto!” – “Tutto, tutto, tutto!” – “Anche voi, là in fondo.” – “Non voglio perdere neanche un soffio di questo momento.”

Perfettamente guarito, il ragazzo dei Ghiacci si allontana dal palco – sul viso il sollievo inebetito della guarigione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

da I GIORNI QUANTI (62)
La caviglia è sempre più tappezzata di macchie, più grosse. A loro volta tappezzate da sottomacchie giallognole su base violacea. È Read more.
LIBRARSI
  Quattro facciate in bianco e nero di carta pastosa, rigorosamente senza fotografie (tranne che in copertina), insolito formato vicino Read more.
PEZZI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO
PEZZI DI MAIL da Francesco ad Alfonso (2007)   Mi torna in mente un tizio si chiamava Arthur Bond che Read more.
ABITUDINE
peggiore la primavera che non rilascia scontrini e non ti fa cambiare d’abito né di pelle no dress code spoglia Read more.
PAGINA BIANCA 27
Egli fa le pulizie 3 (seconda poesia ultraquotidiana: )   lavare lavanderia straccio vetri passamaneria. il vento ci porti tutti Read more.
I Rabbini di Oria e non soltanto (Rabbi Elia)
Di Rabbi Elia che conversava con gli angeli. Accadeva sempre a mezzogiorno, le cicale frinivano ossesse ossessive. Gli angeli venivano Read more.
* * *
Son le giornate d’ozio che mi tengono lontano dal futuro. Per sempre, magari. Ma non riesco più ad epurarle dalla Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 30
Vecchie onde supplicano il mare A ringiovanire placche di sangue Di martiri annegati. Antenne di fate Seducono colonne di templi Read more.
Benjamin Castor
Benjamin Castor (1881 – 1973) fu un logico e matematico inglese che si occupò della questione dei fondamenti della matematica. Read more.