DANUBIO

Questo grigio che è stato l’assoluto, cobalto non ritorna prima che il vento si plachi. Che muovesse il fondo prendendo lontane immagini riflesse non credevano possibile la meteorologia e l’atrofia pineale dei residenti. Onda su onda invisibili rovistano l’archivio di grasse sabbie che furono vermiglie e sanguinanti scollature degli approdi, riprendono le storpie informazioni la via di nastri veloci. Specchio opaco dentro la città lo sfasato immaginario fiume, ma non deborda da logiche acquisite finendo ad est nel mare nero-nero. Battesimo di bimbi costruttori che qui si bagnano e camminano sorgendo da parole loro in ciò che traspare o nidifica, lettini e transumanza alla foce dell’Europa .

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