VIAGGIO IN UNA STANZA (parte I)

Vive da solo in una grande casa scomoda e abita in una stanza con finestra e un’apertura che dà su una piccola terrazza stipata di piante. Mi era capitato di vederlo dal mio balcone le prime volte la mattina presto, quando tirava le tende, e la sera tardi, quando chiudeva le malandate persiane. Negli altri palazzi tutt’intorno, solite grida di bambini, potatura di fiori, fumatine di uomini e salutini di donne, tutto molto discreto e senza enfasi. Ma quell’uomo del secondo piano di una palazzina neoclassica di fronte a casa mia, è diverso; non esce forse anche da prima che a tutti venisse impedito per non respirare il veleno della città infetta.

Di quest’uomo riservato e di età indefinibile mi accorgo veramente solo ora che non manca il tempo per guardasi dentro e intorno. Veste con molta cura, lunga giacca da camera amaranto, pantaloni grigi e cravatta che cambia ogni giorno. Una volta l’ho sorpreso aggirarsi in terrazza in completo abito scuro con cappello a falde larghe, quasi amasse ostentare la sua eleganza davanti a un pubblico invisibile. Dalla sobria disinvoltura con cui si muoveva e dalla appena accennata piega ironica delle labbra su cui si adagiava un’ombra di baffi ancora biondi ho anche pensato che in gioventù avesse fatto l’attore e adesso provasse la parte in una commedia di Bernard Shaw.

Dai primi sguardi casuali e sbrigativi sono passato alla curiosità voyeuristica e ho imparato a scoprire gli angoli privilegiati da cui poterlo spiare in quasi tutti i suoi momenti privati. Ho anche avuto l’inquietante sospetto che lui sapesse di essere osservato e facesse di tutto per farsi vedere sulla scena. Ma di questo non ho alcuna prova, se non nel remoto piacere della mia immaginazione.

 

(“tratto da I racconti del balcone – Diario della quarantena in Sicilia, supplemento de la Repubblica del 25 luglio 2020”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

da I GIORNI QUANTI (62)
La caviglia è sempre più tappezzata di macchie, più grosse. A loro volta tappezzate da sottomacchie giallognole su base violacea. È Read more.
LIBRARSI
  Quattro facciate in bianco e nero di carta pastosa, rigorosamente senza fotografie (tranne che in copertina), insolito formato vicino Read more.
PEZZI DI MAIL DA FRANCESCO AD ALFONSO
PEZZI DI MAIL da Francesco ad Alfonso (2007)   Mi torna in mente un tizio si chiamava Arthur Bond che Read more.
ABITUDINE
peggiore la primavera che non rilascia scontrini e non ti fa cambiare d’abito né di pelle no dress code spoglia Read more.
PAGINA BIANCA 27
Egli fa le pulizie 3 (seconda poesia ultraquotidiana: )   lavare lavanderia straccio vetri passamaneria. il vento ci porti tutti Read more.
I Rabbini di Oria e non soltanto (Rabbi Elia)
Di Rabbi Elia che conversava con gli angeli. Accadeva sempre a mezzogiorno, le cicale frinivano ossesse ossessive. Gli angeli venivano Read more.
* * *
Son le giornate d’ozio che mi tengono lontano dal futuro. Per sempre, magari. Ma non riesco più ad epurarle dalla Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 30
Vecchie onde supplicano il mare A ringiovanire placche di sangue Di martiri annegati. Antenne di fate Seducono colonne di templi Read more.
Benjamin Castor
Benjamin Castor (1881 – 1973) fu un logico e matematico inglese che si occupò della questione dei fondamenti della matematica. Read more.