Il filosofo racconta che nella Russia del ‘500 i soldati misuravano la loro resistenza accucciandosi a culo nudo su un catino d’acqua fredda dentro al quale rimanevano immobili fino a ghiacciare. Solo allora potevano rialzarsi. Quando il catino, nell’atto che il corpo si risollevasse, restava loro attaccato per avvenuto congelamento delle parti. Il filosofo lo riferisce a scopo pedagogico: pensa che la prova volesse dimostrare che un buon soldato, ma più in generale l’essere umano, poteva essere in grado di abituarsi a tutto, se solo ne avesse avuto il coraggio. E di fatto era vero. Ed è ancora così. Dal brivido provato appena iniziata la lettura sono passato al terzo martini senza nemmeno accorgermene. Mi ero abituato.
A CULO NUDO SU UN CATINO DI ACQUA FREDDA
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