C’ERANO UNA VOLTA LE CARTOLINE (a Cochi e Renato)

Esse vivevano di luce propria. Di lucido proprio. Esse si chiamavano per nome: Cartolina. Esse avevano lo stesso nome. Di nome proprio. E si offrivano ai clienti dei paesaggi di montagna e di mare. Esse si vendevano in edicola, per strada, al bar di Casal Utveggio. Anche a Casal. Anche …

BEVODUNQUESONO

Di lui, più di ogni cosa, amo l’eleganza e la puntualità della proposizione che riesce a imbastire, che è inarrivabile. Mi piacciono le sue argomentazioni precise, la sua conoscenza della filosofia oltreché i modi superiori e la ferrea indulgenza mostrata nei confronti di chi la pensa diversamente ma mostri segni …

STORIE DEL SIGNOR JFK (61) di Francesco Gambaro

A 84 anni pensò alla sua prossima evanescenza. Si immaginò senza un braccio, continuò a guidare senza il sinistro, morto sulla coscia sinistra. Incrociò un paesano e alzò il braccio fasullamente morto per salutarlo. Si morse i denti. Allora pensò di essere senza più denti, sdentato, alle prese con un …

REALTA’ di Gaetano Altopiano

Qualcuno teorizza una deriva epocale: siamo così lontani da quello che ci succede da avere la convinzione che quello che ci succede stia accadendo, sì, ma in un mondo che non è il nostro. Come se avendo un’emicrania la percepissimo solo concettualmente, mentre l’effetto doloroso avverrebbe nella testa di un …

MERDA NOVA di Francesco Gambaro

Sento Mieli, sento il goliardo Mentana che fa battute grevi alla Sardoni, sento il ciuffo canterino di De Bortoli, il ciuffo frocesco di Freccero, il non continuare a sapere parlare italiano ma solo cremonese di Franceschini, il ricordo di Berlusconi, taglio, e penso che abbiamo bisogno di merda nuova.

UN TANGO (anche a dicembre) di Francesco Gambaro

Si sente un tangeros, anche se non sa ballare il tango né sa dove andarli a trovare i tangeros. Eppure, in un angolo della della sua memoria, ci sono, precisamente sotto i portici di via Mariano Stabile che poi, verso il mare, defluisce verso la Galleria Instabile dei suoi amici …

UNA MILONGA di Gaetano Altopiano

La stanchezza ha avuto il sopravvento e le sue condizioni psicofisiche si sono aggravate. Le invettive di lei, alle 20 e 30, lo hanno stremato: ora è disposto a tutto pur di non sentirla più lamentare, anche all’estremo sacrificio. Lucidati le scarpe, gli comanda. E lui corre. Tira fuori lo …