LACRIMAE RERUM 41

Ho scritto una poesia ma l’ho persa. Ho provato a riscriverla: le somiglia ma non è quella. Quella è perduta. Forse in questo sta la sua bellezza. È esistita, lo posso testimoniare, ed è subito scomparsa. O forse esiste ancora da qualche parte, in un mondo per noi inaccessibile. il …

LACRIMAE RERUM 39

Ora che se n’è andata per sempre, il cicaleccio negli androni ricorda la sua presenza che dicono lunga ma che fu un attimo, come tutte le presenze come la mia e la vostra, come questo farfugliare nomi, luoghi, la sua insignificante partenza, i logori versi, nel vortice delle cicatrici che …

LACRIMAE RERUM 38

Potessi almeno gridare al termine della lotta: hai vinto mi arrendo. Ma non c’è nessuno con cui lottare e ho pietà degli imbellettati che si fingono vincitori. Non c’è quiete che nella resa non c’è che in essa riposo; sconfiggimi dio o chiunque tu sia, sono stanco, sconfiggimi.

LACRIMAE RERUM 36

Eravamo tutti morti. Era un giorno beato di sole ma solo per i vivi e noi eravamo tutti morti. In pace, per quel che significa. Ci guardavamo senza vederci, ciechi ad ogni luce sotto quel sole beato che baciava la lieta famiglia d'erbe e di animali. Ma non noi che …

LACRIMAE RERUM 35

Volle aprirsi da solo la via verso la fine: né appartenenza, né rifugi, né i cunicoli intricati della certezza, vuoti come il cielo se visto con gli occhi della nuvola che cambia ad ogni passo. Guarda in silenzio quello che avviene, il precipizio, la vertigine senza dove, il segreto dei …

LACRIMAE RERUM 34

Oggi ho sentito il cielo cigolare; era il garrire delle rondini che stavano partendo per il sud o il cielo stesso? porta che si apriva sui cardini arrugginiti dal tempo? Si apriva il cielo: una strada bianca, vicino una casa di contadini. Un giovane moro e magrissimo che affilava la …

LACRIMAE RERUM 33

Furono temporali: sbatteva il cielo, sbattevano i rami delle foreste e il lampo incendiò la visione. Impazzivano le formiche, frustate d’acqua sul viso dei naufraghi, si piegava l’erba, si riempivano i fossi il canto della furia infrangeva i vetri, si spensero le luci, il lampo bianco accecò il buio, rimbombava …

LACRIMAE RERUM 32

A Alessandro Fo Alla lettura di poesia Il poeta con gambe da trampoliere intona i suoi versi e la sua voce porta il peso del dolore e del pianto. Si scusa il poeta, perché sa che il dolore non si vuole sentire. Vuole un giullare il mondo che lo faccia …

LACRIMAE RERUM 31

Qualcuno dice che sarai punito per il dolore che hai provocato: un freddo inferno ti aspetta. Ma come aspirare a qualche via D’uscita se vivere è fare male. Conosco nobili amiche che mangiano solo piante per dare meno pena, ma è una goccia nel mare del mondo. Solo i morti …

LACRIMAE RERUM 30

Oggi incomincio il viaggio di ritorno, sarà lungo e tortuoso ma di certo la fatica sarà più sopportabile dell’andata; riconoscerò quei gesti, quei sorrisi e quei dolori e la cura dell’amore materno, la ferita della nascita, la sfida per sopportare il canto di sirene improbabili annidate nei pioppi, lo scorrere …