INSONNIA VENEREA
il pubblico rumoreggiava senza costrutto ma con roboante supponenza davanti al poeta che stillava miele da una controdanza faticosa e immeritevole mentre tu rimescolavi il chiarore stellato con il brivido dei tuoi occhi
il pubblico rumoreggiava senza costrutto ma con roboante supponenza davanti al poeta che stillava miele da una controdanza faticosa e immeritevole mentre tu rimescolavi il chiarore stellato con il brivido dei tuoi occhi
Era il 1994 e fu cruciale la congiunzione che dirottò pulsazioni irrequiete sul floreale incarnato di Celeste iridato cammeo che travolse e sanificò i miei passi inconcludenti
E’ quello che ci vuole disse Sofonisba Anguissola parlandone con Bartolomeo Colleoni a propositio di una nuvola grigiastra spalamata da un aurispice acheo durante la mortifera primavera di un tempo spinoso.
Il Natale quacchero allo Zen procura stordimento eppure trattasi di liturgia benevola che gli officianti dai paramenti stroboscopici insufflano su per i corridoi deserti di un Eden mai conosciuto
Al Bar del Viale negli assolati anni ’70 eravamo veramente quattro amici al tavolo a sgattaiolare tra incontinenze multiple e ricerche senza logaritmi bensì lubrificate da vogliose tarante eppure lo scintillio di quelle ore non ha trovato incenso e mirra
c’è un ricamo sessuale nelle parole di Eugenia che mi fa assaporare vertigini rinascimentali memore del tempo lungo in cui postulavo al Bar del Viale sulla rarefazione dei coriandoli
tartufi immersi nella notte calcinata eppure un refolo di tenerezza svirgola da dietro il muraglione dei Ciclopi durante quella monumentale sarabanda orchestrata da Belzebù
sebbene sia incartapecorito conservo un certo fascino da ussaro danzante e quindi perchè non provarci con Dulcinea di Castelbuono lei così virginale eppure già istruita sulla filastrocca amatoria che Giacomo mi disse di una oscura deflorazione
eppure te l’avevo detto che non volevo avere niente a che fare con quella discutibile e arrugginita canzone di Ivan il menestrello implume che si vantava di avere tormentato i miei sogni di quand’ero coscritto
E’ che stavo scrivendo il romanzo della vita ma apparentemente il cielo non faceva trapelare grumi di condiscendenza per cui ho deciso che scrivere il romanzo della vita sarà oggetto di discussione con Celeste.