(L’OCCHIAIA. 83. “Serra Moneta, S.S.Q.”)

Sassi d’ogni forma e dimensione inciampano sui duri musi di cuoio e gomma degli scarponi ghiotti di passi, rimbalzano verso i ciuffi di erbette rinsecchite crepitanti lungo il ciglio del viottolo e da qui, platealmente,  si lasciano cadere a peso morto giù per il precipitoso fianco della montagna trascinandosi appresso, …

(L’OCCHIAIA. 82. “Bipedi 8”)

sbaglia spesso passo mentre rivolta verso l’esterno ogni sua tasca indugia incespica barcolla ciononostante riesce a guadagnare terreno e raggiunta la giusta distanza prontamente allunga le mani sporche già unite a coppa per accogliervi quei pochi tintinnanti spiccioli di euro che lo promette  solennemente non mancherà di restituirmi al più …

(L’OCCHIAIA. 81.)

Benché sottile e, in certi tratti, crivellata da orme di uccelli, la scricchiolante crosta di sabbia che stamane ricopre la striscia di spiaggia a pochi metri dal bagnasciuga sostenendomi senza franare agevola il mio lento andare. L’assordante sciabordio, l’incalzante ravanare del vento e il suo codazzo di schiume iodate rubate …

(L’OCCHIAIA. 80. “Bipedi 7”)

ha la faccia paffuta da femminiello mancato tagliata in due da radi baffetti  color cenere giallastri forse di nicotina giusto sopra le labbra sottili luccicose di bava e un addome prominente lallerellone subito spaparanzato sul bordo molato del banco non appena vi giunge davanti pianellando elemosina più e più volte …

(L’OCCHIAIA. 79.)

grosse noci di cocco occhieggiano dalle chiome spettinate delle palme sparpagliate fra le dune franose dove scarabei pignoli tracciano sentieri di fortuna improponibili all’adolescente  impegnato a scavare sul bagnasciuga birroso buche profonde dentro le quali puntualmente cascano con  vaporosi oh di gola madonne raffaellesche   strani uccellacci rissosi volteggiano sotto un …

(L’OCCHIAIA. 78.)

Goccioloni bianchicci, obliqui, provvidenziali, disperdono l’afa agostana… Me ne sto immobile sotto un riparo di foglie scure puntute di ghiande mentre entro ed esco a mio piacimento da un ricordo d’infanzia: sono una macchia di colore inafferrabile nei vialetti bagnati! Saltello sopra la nuvola intrappolata nelle pozzanghere e raggiungo il …

(L’OCCHIAIA. 77. “L’oleandro fiorito 7”)

Ogniqualvolta l’uomo, indolentemente addossato al tronco ritorto dell’albero, scolla un braccio dal fianco e fa sfarfallare la mano verso qualcuno o qualcosa, con l’altra tira fuori dal taschino della camicia uno zippo. Per pochi secondi, animose scintille eccitano l’aria poi, una fumosa fiammella guizza vicinovicino alla punta del sigaro brancolante …

(L’OCCHIAIA. 76.)

Inaspettato e per ciò doppiamente gradito, sulle distratte superfici incolori delle vetrine a tutte le ore ingrigite dai soliti svogliati riflessi di figuranti locali, pettirrosseggia indisturbato il rosacipria di un’appariscente vestitino femminile…

(L’OCCHIAIA. 75. “Bipedi 6”)

Incrocia il mio sguardo in ozio, casualmente, e ciò gli fa credere d’essere autorizzato ad avvicinarmi… Attraversa la strada, al momento deserta, ostentando l’andatura impacciata di chi ancora esita però, ogni dùtrì, non manca d’attardarsi a volteggiare insieme alle nuvolette di gas di scarico che a sciami gli frivoleggiano attorno. …

(L’occhiaia 74.)

Nascosto dietro cespugli cresciuti all’ombra di ariosi eucalipti, osservo le giovani donne percorrere un sentiero bizzoso al ritmo incalzante di una musica le cui note squillanti, più che udirle, a questa distanza, le leggo nei febbrili contorcimenti dei corpi a malapena velati dalle brume della palude… Non appena le ultime …