SULLE RIVE DEL TONTO (25)

Mi alzo dalla sedia, afferro al volo il boccale, mando giù duetre sorsate di rossa e mi precipito alla finestra: giù in strada, silenziosissimi, degli sconosciuti in gessato seguono passo passo un grossa valigia stretta tra due lasche croci di spago che incespica scivola sbanda sui traballanti balatoni panormiti… “Ma …

(L’OCCHIAIA. 50).

Sprofondo fino ai malleoli nella polvere biancastra, e tuttavia, precedendo il crepuscolo incombente, mantengo un passo spedito sul sentiero, uno fra i pochi, se non mi sbaglio, ad allontanarsi col cuorcontento da questo paese. E contemporaneamente, dall’alto di un campanile, Qualcuno, urlandolo a più non posso, ripete, di continuo, proprio …

(L’OCCHIAIA. 49)

uova barzotte carciofi marinati in olio succo di limone pepe sale due tre profumatissimi becchi d’aglio peti che vengon fuori rotondi rotondi echi verdi di ritorno da ogni angolo della stanza puzze e struzzi che sbandano su pavimenti marzolini sollevando piume lanicci e lamentele intestine

(L’OCCHIAIA. 48.”Bipedi 3”)

come un grattar di topo mi strappa dalla lettura una figura scimmiesca traspare confusa alle maiuscole sabbiatevi dal vetro della bussola d’istinto accolgo nella mia questa mano priva di polso molliccia di un sudaticcio malsano infido e certo costui nel propormi alcuni rinsecchiti rametti d’origano che senza mezzi termini rifiuto …

(L’OCCHIAIA. 47.”Bipedi 2”)

Infila la mano ispessita dai calli in un varco tra i bottoni traballanti del giaccone rosso fiaba e, conscio di tenermi sulle spine, la lascia brancolare per un bel po’ nei pressi di una tasca interna prima che tiri fuori il portatessera di plastica rosa di un rosa sboccato, ostile, …

(L’OCCHIAIA. 46.”Bipedi”)

Farfuglia un saluto in una lingua che non intendo mentre allunga verso la mia una mano che sembra appartenere al braccio di una delle figure pasticciate lungo il suo e brandisce nell’altra, stretto tra pollice, indice e medio, il mozzicone della sigaretta soffocata contro il muro poco prima di entrare.- …

(L’OCCHIAIA. 45.”L’oleandro fiorito 5”)

Appena scesa dall’auto, la piccola utilitaria verde or ora fermatasi dopo pasticciate manovre a circa uno sputo dal marciapiede, la donna, non più giovanissima, saluta ancora una volta l’uomo che, quando finalmente lei si allontana e scompare ancheggiando fanciullescamente dentro alcuni straccetti di nebbia cotonosa saliti lemme lemme dal fiume …

(L’OCCHIAIA. 44)

Scogliere altissime in fondo alle quali si sfrangia un oceano tempestoso e cieli di fine anno plumbei bassi sul sentiero serpeggiante sull’orlo dell’abisso che percorro senza timore…

(L’OCCHIAIA. 43)

Il vecchio catenaccio sbatacchia ritmicamente contro le sbarre arrugginite. Lo sfilo senza difficoltà da una delle estremità della lunga catena, spingo i due battenti del cancello di quel tanto che basta per passarvi in mezzo poi m’incammino lungo il viottolo di ciottoli ballerini. Il crepuscolo imminente spigiama già odori forti …

(L’OCCHIAIA.42)

Poco prima che la proiezione termini, l’uomo e la donna, seduti, due o tre posti più in là, nella stessa fila dove siedo anch’io, si alzano ed escono, lasciandomi solo nel cinema già deserto. Non ho paura ma, poiché sobbalzo al minimo rumore, quando tutte le luci della sala si …