da RAPSODIE (20)

muto, atrofizzato, schizzato ovunque dai colori. Fuori i nuclei lamentano, scavano carezze di cuoio e fusi ai simili incendiati, stracciati i sostegni, impregni e lenti, precipitano s’affacciano dallo specchio fissi negli occhi di un fauno.

da RAPSODIE (19)

ma ho sentito i suoi polsi, collagene ideomatico mescolato su strappi regolari – intensity of contained metrology – ho guardato il suo rumore, colori sbiaditi deformati da benzene inerte – phosphoric atemporal amplitudes – e, vicino agli angoli diedri, ho camminato la sua distanza inquieta – smooth flexible dispersion – …

da RAPSODIE (17)

clepsamia sepolta da limatura di terpeni metatron corre su nubi d’epifonemi, ho potuto scordare l’identità: mi appartiene l’età del mondo. intervalli di stati quantici lacerano territori e le loro ombre.

da RAPSODIE (16)

Fotocromia tangibile d’astasia plastica, simulata su ruoli isteresici e chiusi, solidifica energia, sfiora flussi inclinati e distorce algoritmi. Matrici sparse, compresse e soffiate sulla memoria, mordono una coda sillabica stringendo ventricoli umidi, cartilagine. Tratti mancanti, esitazione.

da RAPSODIE (15)

  Un insieme con un certo grado di porosità, un vuoto parziale, permette il propagarsi della probabilità.   La notte cadeva bagnata e piena, trasparente solo all’ombra, svogliatamente torturava gli umani e col suo unico occhio elastico piangeva sui navigli ghiacciati.   Guardavo oltre il vetro, lì vivevano le mie …

da RAPSODIE (14)

bolle chiazzate d’icore sguittano sottili caprici dermici di cefeidi assorbono e limano nubi sinterizzate – gorgano circhi perlinati –

da RAPSODIE (13)

scelsi di respirare pulsazioni – corde – schegge di vuoti porosi gluoni schizzi impressioni assordanti

da RAPSODIE (11)

proteine catacloniche stringono gemiti /urti affogati/ /folgori geodici/ distendendo il silenzio, si addormentano