Allorché il maligno suoni alla tua porta, tu domanda sempre “Chi è?” almeno tre volte. Alla risposta di quello: “Son io, ché non mi riconosci?”, picchiati in testa con un mattarello d’ulivo finché non vedi, oltre alle stelle, scenderti copioso il sangue dalla fronte. Intingi dunque un dito nel tuo sangue vergando sull’uscio, a guisa di protezione, quel che Santa Caperucita Roja disse al lupo suo aguzzino, prima che quest’ultimo la facesse a brani: “Lupus stercorarius, abi aut te crumena verberabo” (trad: Lupo di merda, vattene o ti prendo a borsettate). Segnati poi molto, in fronte e a tergo sul tuo corpo, con umiltà salmodiando la frase testé scritta. Ad istante il maligno arretrerà con passo snello, per tornarsene donde venne.
