Sentinelle di un passato sbrecciato, abbiamo respirato delle ossa e della polpa, lungo le chele ferite e disusate, spiaggiate dopo l’alta marea.
Infanti senza inganni, cresciute eppure antiche, ai primordi siamo tornate, senza il dire dei giorni a venire.
Lambire senza suggerire – dice l’oracolo che ci fece – ciò che del ritorno spaurisce ed avvilisce, eppure sguscia ad ogni battito di sale, là dove la sabbia disorma certezze e tristezze.
Suona il vento e ci asciuga, lamelle d’aria scolpite nel tempo sconosciuto e sperduto, fino al margine del nuovo respiro.
