Arriva, poi, con un colpo di click magnetico, il carnevale dei sospetti e delle maschere scollate. Girandole di voci e filanti d’esistenze spese a pensare quel che non va, quel che non è.
Perché?
Sotto il cappello il cilindro s’infossa ad imbuto e tracanna soluzioni gassose, bolle di costume gemmate e rigenerate all’ultimo respiro.
Finché
c’è un cucito di carne sull’osso che chiama e dice
Purché
tu ti accorga dell’illusione del vestito e faccia muta della tua pelle.
Bene velle.
