Nonostante la tavola trezzichi e non venga facile scriverci su, taccuino alla mano e Domo propositivo e spiccio, accrocchiamo un paio di progetti per liberarci del corpo di madamigella Amalia, prima che Lumicino se ne accorga. D’altronde, sarà nostra premura accollarci il ragazzino, mica che lo possiamo lasciare solo con il cane. Per cui, l’idea brillante è quella di evitare scavi. «Niente vanga» dice il Domo picchiettando la forchetta sulla gamba. «Niente scavi di niente. Si butta al pozzo.»
«E se l’acqua s’ammala?»
«E ci hai ragione, Bultrini. Se l’acqua s’ammala, noi dietro. Si butta al fiume. Ci serve solo un complice.»
«E chi?»
Ci si illumina insieme di luce pigra, si pensa alla stessa persona. Due corpi, un’anima, io e il Domo. «Ce lo pigliamo a casa, assolve compiti da massaia e io torno a scavicchiare nel profondo, che quasi s’è fatto il tempo.»