1
ma poi se tu dici SPAZIO che fai?
o meglio se non fai SPAZIO che dici?
con questi suoni chi suona?
di nulla in nulla per non guastare
per gradire TUTTO avendo la mano
quasi anchilosata la pianta dei piedi
bruciata e nessuna condanna in vista
non c’é cecità che resista c’è a gennaio
il piangere del mio occhio sinistro
in uno spazietto d’angolo stanco così
di tutta la mia sonorità suffissa
posso per prodigalità dell’istante
chiudermi l’istante? posso spaziarlo?
dopo un colpetto sull’interruttore
il nero serpente ridicolo scosta ciuffi
che chiudendosi ringraziano altri ciuffi
2
grandi e quasi immensi divoratori di piccoli
in forma di minutaglia con qualche raro vegetale
non alieno che fa da guardone e domanda “e ora?”
eccoti il tuo kimono ed ecco il kimono per te
serviti i primi due passo subito ai successivi
3
un piccolo di zanzara non smette
di bucare l’abitante del preludio
che decide dunque di installarsi
nel montacarichi del rifugio
dove squadre di topi sul rimorchio
fanno zelanti inchini giapponesi
4
il bufalo
le bolle di fango
il valzer rigato
mi specchio nel vuoto
zigano
5
due gentili presenze senza nome
domandano un bicchiere d’acqua
per la notte di una terza amica
che da qui non si vede ma di cui sento
improvviso il fetore generativo
mercanteggio regalo acqua e bicchiere
m’infarino piedi e faccia mi allontano
da questa stazione irritato
naccherando due pietre marine
le presenze non si fermano mai
rimuovono la divisa aggiungono
medaglie e croci poi il sole
tramonta e resto senza lavoro
6
non ti sei accorto
che sei già morto
ho perso nelle acque del porto
la rima col profumo dell’orto
7
cretini in divisa
fingendo di guardare
passeggiano
e sui confini
cantano sottovoce