il primo non è mai l’ultimo singhiozzo (1)

poi un piazzale tutto per te il piazzale non riuscivi a aprirlo dentro una grande stazione di topi che te ne fai di questa stazione non sai dove mettere i piedi schiacci che schiacci senza scarpe carne tua carne loro non capiscono si difendono col corpo vai avanti dove torni una saracinesca lontana mezzaperta una finestra ti piacerebbe saltarla ma ha il vetro riflesso lo vedi schiacci la tua faccia sul vetro schiacci topo dopo topo senza ritegno topo rinasce vivo sotto i tuoi piedi a un certo punto anche i piedi sembrano topo ti schiacci mentre gorgoglia una grande voglia di insalata condita senza pepe senza sale dunque scondita ma fresca che bella merda dici non sono un cavallo ma la voglia rimane su un piazzale o un hangar a riposo di topi la carne di topo dici pensi solo una buona insalata scondita con una voglia di topo potrà salvare il tuo stomaco forse lo addormenta forse così addormentato dall’insalata potrai uscire dalla nidiata di topi che la condiscono dal tatto della pianta dei piedi però così morbidi così beati essere calpestati dai calli non li senti più in fondo non hai premure desideri tutto il programma di giornata scompare in modo morbido scricchiolo le culture pensi sono state fatte a pezzi dalle notti di luna nera ognuno si inventa il nono giorno

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