ACQUE REFLUE

La buona a nulla non si nasconde più. Erba vetriola tale e quale alla finestra sulla piazza, si chiama Senzaprofessione. Così. Tolta la sceneggiatura il bucato sventola all’aria e mormora, non ringhia. La lingua si morde e mostra la terra dentro l’erba alta del nome. Tante rosette di tarassaco a spasso per la pagina non temono la maestra. Poesie per il lampadario, fiori a quattro zampe, giorno e notte un letto di valigie con specchietti retrovisori. Venir via con la palla a spicchi colorati che ancora rotola dalla montagna delle vacanze. Svicolo la fottuta ironia dei prodotti da banco,  ma non nel tradimento; sarà possibile una daga levigata di un colore, di due colori, di tanti colori?

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