LA VERSIONE UFFICIALE

Supponiamo che, per assurdo, non tutti  siano d’accordo. Qualsiasi cosa  accada, c’è sempre una versione ufficiale. Non può mancare. Deve essere fornita. Deve essere inventata. La gente ne ha bisogno, vuole vivere di questo. Caduto sul tavolo, un imperativo morale pone in evidenza le contraddizioni della versione ufficiale. I rapporti di produzione informano tutto. Qualcuno tenta di andare oltre. Scavare oltre i limiti della versione ufficiale. Perché non è possibile vivere troppo a lungo di versioni ufficiali. Senza esaminare, valutare, né obiettare con ipotesi, spiegazioni, alternative. Senza sforzo. Perché prima o dopo la versione ufficiale arriva, prolifica, si diffonde, alimenta le paranoie, si incista nel cervello. Ogni mattina, durante il caffè, come un oracolo la voce diffonde per le strade la versione ufficiale. Abita nei luoghi dell’ineffabile, attraverso le rotative si stampa sui sorrisi beffardi. È ineccepibile. Non va criticata. Un tempo le madamine si infoiavano leggendo sui giornali la versione ufficiale. Il sistema non ammette tali frivolezze. Fuori dalla porta, con le mani legate dietro la schiena, bisogna sostenere la versione ufficiale. Bisogna contestarla. Opporsi ad essa con convinzione. Permetterle di rassicurare mantenendo l’ordine sociale. Contrastare le strutture di potere che essa esprime, il suo ruolo nella società. Riempire gli spazi vuoti. Attenersi alle disposizioni impartite dalla versione ufficiale, rispettare i protocolli da bravi cittadini, per non perdere il controllo. Assecondarli. Scendere nelle piazze per intonare slogan contro la versione ufficiale. Vengono anche percepite grida a favore della versione ufficiale. Le sillabe si fondono in un coacervo di torsioni bizzarre, diverse posture rivelano i timori verso la versione ufficiale che vola dall’alto, batte su un cornicione del muro, si schianta al suolo, deflagra in mille pezzi, nel raggio di 300 metri. Muta la struttura per proteggere i figli dai predatori. Si mimetizza con l’ambiente circostante cambiando l’ordine di alcune parole. La versione ufficiale circonfonde ogni aspetto della vita. In rapida sequenza: la morale sessuale, il rincaro dei pedaggi, il fluxus sanguinis, l’incidenza della manodopera, le mattinate all’insegna della fibrillazione, l’assorbimento della luce, gli attacchi di guerriglia gardening, l’emissione delle obbligazioni, l’incitamento all’odio, le concessioni demaniali, la mano dura, il body shaming, lo spaccio di droga, i furti, le rapine e così via… C’è chi nega un fatto che appare evidente, che disinnesca la versione ufficiale, avvalorando le connessioni tra causa e effetto. Ciò che conta, sentenziano, è la percezione, l’impasse di trovarsi in prima linea, in un vicolo cieco, in una zona di comfort che non pregiudichi i labirinti della versione ufficiale.

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