(capitolo trentottesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

L’architetto fotografa con lo smartphone le ricette consigliate nel retro delle confezioni di pasta. Quindi passa alla scelta degli ingredienti. Verdure, salumi, formaggi e spezie. Sceglie il vino. Per quanto gli sia vicino non riesco a leggere il nome della pietanza.  Tra un saluto e una breve ricognizione sul pesce esposto, mi riesce difficile sbirciare oltre la luminosità del suo visore. Due tentativi infruttuosi. Mezze penne, gherigli di noci e, non ho capito bene, crudo o speck. Indicandomi distratto, con mosse sghembe, le serie dei cibi preconfezionati tiene a dirmi che in cucina il ready made non funziona. Bisogna seguire la ricetta senza eccezioni. – Un buon piatto è difficile da imbrogliare, deve fare i conti con le sue varianti, colte o bastarde e con quella che viene chiamata buona cucina. – quindi sceglie una grande lattuga e continua: – si è sicuri del pesce solo in certe pescherie o alle cinque del mattino dai pescatori al porto – Preparerà cena o pranzo? Lungo lo scaffale della frutta una ragazza del market in ginocchio sistema i nuovi arrivi. L’architetto si ferma, lei accenna ad un sorriso, lui le strizza l’occhio e le chiede degli avocado. Esauriti, in arrivo. Va avanti.

– Slow food street food fast food, il cibo ci da intelligenza, conoscenza e anche ci fa amare odiare rallegrare, ci da emozioni, sentimenti, non è un concetto mentale.-

Passa tra gli scaffali, pancia in fuori ed occhio stretto, esplora la mercanzia, si avvicina, controlla i prezzi, al banco dei surgelati chino si lusinga nel gelo, guarda scatole e ibernati, di ritorno a lato riaccende il display, scorre veloce foto e lista, lo spegne. Ci avviamo alla cassa.

– Incollata la soglia di marmo? a regola d’arte…? –

non ascolta la mia risposta, passa le sue scelte alla cassiera.

– Tessera?

– no

– busta?

– Si

Paga con la carta di credito. La cassiera gli dà una sacca di plastica, mentre lui sistema la roba lei si scarica i punti in una sua tessera personale che tiene a lato della cassa. Le porgo la mia confezione di gassose, né tessera né busta, pago in contanti. L’architetto:

– Arrivederci, uno di questi giorni le busso per verificare i lavori e dobbiamo metterci d’accordo per qualche ultimo lavoretto in giardino … e devo chiederle una cosa.

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