(capitolo ventiseiesimo) E GLI AVOCADO SPARIRONO NEL GIRO DI UNA NOTTE

– Scendendo Pablo ha sventato lo scasso. Fortuna asciuga gennaio. Silenziosi invisibili come acqua nell’acqua distillata buona per stirare profittare di efficiente lungimiranza la madre badessa viene e taglia le fantasie cerca altro e gli mette sottosopra la stanza rivolta come guanti cassetti cuscini materasso mantide dello sconquasso scaffali che non dicono tutto operai vanno e vengono lasciano aperte le porte dimenticano le precauzioni le storie che passano e si disperdono in attesa del fuoco felino l’occhio magico del magnetofono e le carte … In attesa della fine dei lavori …

Gina si alza, esce dalla stanza, la seguo, percorre il corridoio entra nella camera da letto si ferma dinanzi alla finestra la apre e sta immobile ad origliare i rumori e le voci della strada. Non entro, la ascolto sulla soglia:

– suore si muovono liete tra le mura del convento certe del successo devozionale concerti e lotterie recite liturgie nei cortili ed arte ad arte nelle stanze aperte contigue e bianche con le novizie disposte a guardia e le altre suore e la modella la suora guardiana non c’è al fornitore di uova verdure vino e farina la suora guardiana ha detto la amo e sono andati a monte sin dalle dieci del mattino hanno dimenticato i dolcetti nel forno disordine accantonato saponette creme spazzole ricette erbe secche etichette lettere disegni lamette regolo fogli libri un retro di copertina Madre badessa scartabella nella stanza del vecchio Giuseppe morto: accende il computer tra le foto la maestra d’icone.

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