(L’OCCHIAIA. 84. “Bipedi 9”)

Come un cagnolino obbediente, sta con affanno dietro al frettoloso mazzetto di lilium appena acquistato tenuto discosto dalla scritta fucsia “S P A R C O” in bella mostra ad altezza del cuore palpitante sul  grigio nuvolo della tuta da meccanico, nuova fiammante;- ma, poco più avanti, giusto lungo il bordo del marciapiede viscido di pioggia, eccolo spiccare un primo salto e che salto!, poi un altro e un altro ancora e, finalmente, riesce a ficcare il naso tra i fiori e, prima che la gravità lo vinca, a tirar fuori dai petali setosi una faccia rossa di polline e di allusive fantasticherie…

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