(L’OCCHIAIA. 80. “Bipedi 7”)

ha la faccia paffuta da femminiello mancato tagliata in due da radi baffetti  color cenere giallastri forse di nicotina giusto sopra le labbra sottili luccicose di bava e un addome prominente lallerellone subito spaparanzato sul bordo molato del banco non appena vi giunge davanti pianellando elemosina più e più volte un sorriso amicale e sbuffa e suda copiosamente quando libera dalla stretta amorevole un dozzinale orologio da tasca scordato dal tempo fra i ciuffi promiscui di un laniccio scuro falso randagio che allunga sordidamente verso la mia mano  mentre speranzoso mi chiede arrangiate orologi?

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