si rigira il coltello tra le dita, un serramanico affilato senza punta, uno squarcia-squarcia “per il gusto di” – prova un bisogno, che è quello di sentire il metallo di una lama scorrergli sulla pelle della dita. – Negozio di articoli da barbiere con vetrine appannate – articoli per parrucchieri imbarcati su mercantili, gente vecchia scuola – il negoziante che l’anno prima gli aveva venduto il coltello aveva quell’aspetto lì. – con le mani fasciate in un paio di guanti sottili – c’era aroma di acqua di colonia – gli piacciono quei guanti – un paio economico da lavare a trenta gradi strofinandoci sopra sapone e settimane che durano quanto basta – “meglio non mostrare troppo. La parte migliore di sé è meglio che resti in penombra”, si era detto – per questo ama l’inverno – mentre l’autunno scende a compromessi con altre stagioni. – Aveva addosso il suo trench blu di lana, stazzonato da vento e pioggia – notti alle fermate del capolinea – la direzione l’aveva scelta sul momento, gli era sembrata quella che stava cercando – trench che esala l’odore dell’attesa – puzza di metropolitana, culo sporco, barbone, tossico che sputa su un cartellone e ci si specchia – la metro rimbalza sulla banchina. Ha un bottone scucito, un’asola a puttane – “Perdio, usate il sapone! Qui non si respira, tanta è la merda che c’è in giro” – quello con le conchiglie era stato usato come metafora dal punto di vista dei suoi progenitori – altrimenti non l’avrebbe mai chiesto. – prende la merce e continua a camminare per strada – una forte stretta di mano per lasciare almeno un ricordo. – Gli incontri avvengono in pieno giorno. Lui li adora, li considera un granello di tempo speso bene – l’ultimo è stato con un marocchino basso e magro, la faccia scarnificata da una scarlattina curata male – aveva la merce giusta – nessun convenevole: un mordi e fuggi, soldi-sorriso-merce a corrente alternata – un marocchino scarnificato dalla scarlattina – a ogni modo il coltello può rivelarsi utile – contro il generale grigiore di melassa, il decadimento – però dieci euro al grammo è un furto – gli avevano confessato che purtroppo non c’erano rimedi – un po’ come fare le scale al contrario e poi ancora al contrario. – uno arriva a un punto che si sente stanco – “il logorio della vita moderna, no?” – peccato che gli avesse alimentato la certezza di essere solo – con la merce sotto braccio, a contatto col blu del trench – il cielo non prometteva il meglio: nuvole fitte, eccetera – tornato a casa aveva pensato che non esiste un posto tranquillo in cui sedersi a tirare una boccata di tabacco o ascoltare scorrersi dentro quel qualcosa che ancora non ha un nome.
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