Palazzo di Cenere (cit. 1)

Avevano aperto il gracile guscio dell’anticristo e il vecchio di Chiaravalle, penetrato di notte nell’isola piuttosto lontana, piuttosto soltanto un desiderio, si era materializzato d’incanto. Spalancate le fauci contro gli ozi del saracino; mentre un satanico spalancare le palpebre di re Ruggero sulle pagine illuminate di effigi, nello scrittorio aperto sui baratri del nero. Nel vuoto, dietro la finestra, oltre il salone gelido.

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