(L’OCCHIAIA. 68.”Bipedi 6”)

tiri il collo alla pellicina ribelle che svirgoletta sopra la lunetta del mignolo poi sgrani gli occhi sui miei già rincantucciati nelle tue iridi cangianti e mi dici

tanto io non l’indosserò mai

cosa

la pelliccia

sopraffatta dal peso delle tue parole ora vacilli per non stramazzare a terra incolli le natiche alle pigolose modanature del primo mobile utile e smetti di stuzzicare col rosso ballerino della lingua quel vuoto impronunciabile compresso tra le due c

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