l’asteroidicello gamma (il lavoro mentale) 5’78

(seconda domenica d’aprile – 19,l0)

ho ascoltato due ore syl e mio cognato che parla­vano del­l’espi dei sindacati dei metalmeccanici della cassain­tegrazione dell’amministrazione cri­minale. di tanto in tanto mollavo e andavo a guardarmi le piante sul balcone. a bere un bic­chiere d’acqua o dare un’occhiata a cerusico alla tv che stava malamente imitando charlot. e ascol­tavo gli operai e i lavoratori generici. e il mondo era grigio e tranquillo. massimo fabio chio e ra dilà face­vano fracassini strillavano rompe­vano qualche piccola cosa adatta alle loro ma­nine. quando esageravano mi al­zavo andavo mi fa­cevo vedere truce. ritornavo. mio co­gnato e syl infervorati procedevano. ogni tanto mia so­rella aggiungeva la sua. e così in questo imperfetto do­menicale quasi nient’altro. anzi senzaltro nient’al­tro. perché il mio umore non é più niente non é più qui non é percettibile. non gli concedo alcuna concretezza. vermi in una mela. poi come scrive quel ragazzo anche le stelle si dissol­vono. e questo ma proprio  questo che é la qua­lità del mio umore é niente. domani ci sarà il pro­blema di trovare se lo troverò qualcuno che mi accompagni all’assicurazione per denunciare l’in­cidente d’ieri. ci sarà lavoro conti e minimi bi­lanci da controllare con caterina. – che c’entro io con tutte queste faccende? il mio sonno co­stante. la mia obliqua emicranietta. il mio alito acre, verminoso. che c’entrano con me?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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