Il tempo di un caffè. Dovrebbe essere pressappoco due minuti, se il caffè viene fatto al bar, cinque/sei se preparato nella propria cucina. Al ristorante per un caffè puoi aspettare anche un quarto d’ora, e se il caffè viene preso in casa di amici si parla addirittura di ore. Un termine approssimativo dunque, niente che abbia a che fare seriamente con la misura del tempo, niente che possa essere usato come riferimento attendibile. Eppure, quando qualcuno lo dice, lo accetto senza riserve nonostante l’imprecisione. Ma a suo rischio e pericolo. Calcolo che più o meno passerà un certo numero di minuti in cui la considerazione che ho del mio interlocutore verrà progressivamente calando mano a mano che la mia attesa andrà aumentando.
“Un certo numero di munuti” di Gaetano Altopiano
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