“Terapie farmacologiche” di Gaetano Altopiano

A proposito di paradossi, eccone uno. Come può una scienza inesatta elevarsi a scienza esatta senza averne titolo? Pensate sia impossibile che uno scolaro che si autopromuova ogni anno alla classe superiore. Giustamente. Gli “Studi di settore” sono lo strumento più iniquo che il sistema tributario abbia potuto escogitare: applicano lo spirito della Medicina Interna che in base alla risposta di certo numero di pazienti stabilisce la bontà di un farmaco, partendo dal presupposto di Uniformità biologica quasi assoluta; tralasciano però (volutamente) l’anamnesi, che è invece indispensabile per l’obiettività di una giusta terapia farmacologia. Non ci si può convincere che le aziende (di ogni certo settore) siano tutte uguali davanti al fisco, solo perché qualcuno lo ha sancito, o anche per comodità. Né si può pensare che tutte le aziende (di ogni certo settore) pur avendo stesso numero di dipendenti, stesso volume d’affari, debbano produrre necessariamente lo stesso reddito. Non è affatto stabilito. La storia di un’azienda, la sua vitalità, quello che può produrre non è mai uguale. E come potrebbe? Geografie, tradizioni, gestioni, le rendono diverse.

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